Padroni di casa
Padroni di casa
Titolo Originale: Padroni di casa
Nazione: Italia
Anno: 2012
Genere: Commedia
Durata: 90'
Regia: Edoardo Gabbriellini
Sito ufficiale:
Cast: Valerio Mastandrea, Elio Germano, Gianni Morandi, Valeria Bruni Tedeschi, Francesca Rabbi, Mauro Marchese, Lorenzo Rivola, Alina Gulyalyeva, Giovanni Piccinini
Produzione: First Sun, Relief, Rai Cinema
Distribuzione: Good Films
Data di uscita: 04 Ottobre 2012 (cinema)
Trailer:
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Le cose non sono mai ciò che sembrano. E nemmeno le persone. Cosimo (Valerio Mastandrea) ed Elia (Elio Germano) sono due piastrellisti di Roma incaricati dal cantante Fausto Mieli (Gianni Morandi) di ripavimentare la terrazza di casa. Cantante di grande successo, Fausto ha scelto di ritirarsi dalle scene in seguito a una grave malattia della moglie Moira (Valeria Bruni Tedeschi) costretta su una sedia a rotelle. Nonostante le grandi manifestazioni di affetto, è evidente che tra Fausto e Moira c’è qualcosa che non va. La coppia vive ritirata dal mondo in un angolo all’apparenza paradisiaco dell’Appennino tosco-emiliano. Per sostenere la promozione turistica, Fausto ha accettato di tornare ad esibirsi in pubblico. Anche Elia e Cosimo non sembrano ciò che sono. Cosimo, il fratello maggiore, ha alle spalle storie difficili che l’hanno segnato in profondità. Elia, pur amando il fratello, ne subisce la presenza come un limite. La piccola comunità accoglie sin da subito i due fratelli con grande diffidenza, come due stranieri. E se Elia tenta di comportarsi in maniera estremamente professionale, Cosimo non può fare a meno di cedere al fascino del divo Fausto Mieli. Poco alla volta le diffidenze fra i due fratelli e il resto del paesino si acuiscono. Elia inizia a frequentare una ragazza del posto, scatenando la gelosia di un ragazzo che la corteggia. Cosimo, invece, fraintendendo un complimento di Fausto, si scontra con il suo committente. Per placare l’umiliazione che ne consegue si reca nel bar del paese e beve più del dovuto. Nel frattempo, mentre il giorno del concerto e del grande ritorno di Fausto si avvicina, il lavoro di Elia e Cosimo è ben lontano dall’essere terminato. Le tensioni fra il cantante e la moglie immobilizzata aumentano, proprio come i conflitti fra i due fratelli e il resto del paese. Quando poi Cosimo è involontariamente testimone di una cosa che non avrebbe dovuto vedere, le reazioni dei padroni di casa non si fanno più attendere. Le cose non sono mai ciò che sembrano. Nemmeno le persone.
Padroni di casa
A nove anni dall’esordio registico rappresentato da B.B. e il cormorano (2003), il livornese classe 1975 Edoardo Gabbriellini torna dietro la macchina da presa per raccontare la vicenda dei fratelli piastrellisti Cosimo ed Elia, i quali, rispettivamente con i volti di Valerio Mastandrea ed Elio Germano, partono da Roma per ripavimentare la terrazza della casa sull’Appennino tosco-emiliano in cui vive il cantante Fausto Mieli, ritiratosi dalle scene in seguito a una grave malattia che ha costretto la moglie Moira alias Valeria Bruni Tedeschi su una sedia a rotelle.
E, a quarant’anni dalla sua ultima fatica cinematografica, rappresentata da La cosa buffa (1972) di Aldo Lado, è il mito della canzone popolare tricolore Gianni Morandi a concedere anima e corpo a quest’ultimo, che accetta di tornare a esibirsi in pubblico per sostenere la promozione turistica.
Mentre, senza dimenticare una citazione verbale de L’orca assassina (1977), sono in particolar modo i duetti tra Germano e Mastandrea – anche sceneggiatore del film insieme allo stesso regista, Francesco Cenni e Michele Pellegrini – a rappresentare la principale fonte di divertimento dei circa novanta minuti di visione che, in realtà, puntano tutt’altro che alla leggerezza.
Non a caso, al di là del fatto che l’iniziale clima da commedia appaia comunque venato dal dramma che affligge la famiglia Mieli, man mano che i fotogrammi scorrono non solo viene accennato il difficile passato di Cosimo, ma Elia comincia anche a frequentare una ragazza del posto; provocando la gelosia di un coetaneo innamorato di lei e facendo accrescere, inevitabilmente, il sentimento di diffidenza che la piccola comunità ha sempre manifestato nei loro confronti.
Perché, all’interno di un racconto per immagini che, in verità, non presenta cattivi, sono i montanari a incarnare i padroni di casa del titolo; nel corso di un incontro-scontro tra due diverse mentalità che non può fare a meno di richiamare alla memoria, a tratti, il cult d’oltralpe Calvaire (2004) di Fabrice Du Welz.
Un incontro-scontro che, quindi, finisce per testimoniare la valenza socio-politica dell’operazione, destinata a sfociare in una tragica seconda parte ricca di tensione e decisamente atipica per il triste e stantìo panorama cinematografico italiano d’inizio terzo millennio, sempre più lontano dal sostantivo genere.
Con risvolti inaspettati e una regia all’altezza che, capace soprattutto di generare la necessaria, malata atmosfera, contribuisce in maniera fondamentale alla riuscita di un elaborato volto a ribadire che le cose e le persone non sono mai ciò che sembrano, meritando piena attenzione sia dal pubblico che dalla critica.
Bravo Gabbriellini!
La frase:
Sapete com’è, qui siamo gente un po’ chiusa, montanari.
a cura di Francesco Lomuscio
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