Ce n'è per tutti

Ce n'è per tutti
Titolo Originale: Ce n'è per tutti
Nazione: Italia
Anno: 2009
Genere: Commedia
Durata: 96'
Regia: Luciano Melchionna
Sito ufficiale:
Cast:: Lorenzo Balducci, Ambra Angiolini, Stefania Sandrelli, Micaela Ramazzotti, Anna Falchi, Giorgio Colangeli, Marco Aceti, Giselda Volodi, Arnoldo Foà, Sandro Giordano, Francesco De Vito
Produzione:
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 20 Novembre 2009 (cinema)
Trailer:

(Opinioni presenti: 1 - Media Voto: 3 Stelle)

Stanco della vita, e dei dolori che essa spesso provoca, Gianluca, si arrampica in cima al Colosseo per farla finita. Inutili sembrano i tentativi di dissuaderlo da parte di familiari e amici, mentre il cinismo della società moderna si manifesta nella folta schiera di televisioni e fotografi assiepati ai piedi del monumento. Solo l'arrivo della nonna, con la sua saggezza ed esperienza, sembra poter distogliere il ragazzo dal compiere il drammatico gesto...

Ce n'è per tutti
Quello che rende Ce n’è per tutti davvero degno di nota è la peculiarità produttiva di questo progetto. Ce n’è per tutti nasce come lavoro teatrale e lentamente si sviluppa come film indipendente per approdare nel porto sicuro di Medusa, uscendo nelle sale con un budget e una potenzialità di penetrazione nel mercato davvero incredibile rispetto alle premesse. La vicenda ruota intorno a Gianluca, un giovane che una mattina si arrampica sul Colosseo, foe per esprimere un disagio, foe per cercare una visuale differente, foe per un eccesso di seibilità. Il Colosseo diventa il punto focale di un movimento centripeto che trascina tutti i peonaggi di questa pellicola corale (elemento tipico del cinema italiano verrebbe da dire). Ce n’è per tutti vorrebbe spingere gli spettatori a poi delle domande sullo stato della società italiana d’oggi, ma per farlo usa gli strumenti sbagliati. Anche se non sta scritto da nessuna parte che sia necessario un approccio naturalistico per la definizione dei peonaggi, in questo film si può riscontrare una caricaturizzazione eccessiva, che sfocia nel grottesco. Impossibile sentii in sintonia con il rapporto nevrotico delle due infermiere gemelle divee, o per l’attrice teatrale da pub o anche per lo stesso protagonista, di cui sappiamo soltanto che scriveva poesie, si difendeva nei colloqui di lavoro e che veniva da un ambiente familiare oppressivo. Tale caratterizzazione fa venire meno il necessario corto circuito che si dovrebbe itaurare tra schermo e spettatore, unico sistema per favorire un’identificazione che qui invece manca. Mentre la parte di scrittura è troppo ancorata alla stesura teatrale, lo stesso non si può dire della regia, pienamente cinematografica e che, anzi, si sforza di fare un lavoro di ricerca tutt’altro che scontato nel panorama italiano. Ciò nonostante Ce n’è per tutti resta un prodotto autoreferenziale, asservito a una logica così interna che alla fine sembra che nonostante i proclami non ce ne sia per nessuno.
La frase: Ormai sei borghese, come tutti. E’ un genocidio culturale.
Mauro Coo
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