Il padre e lo straniero

Titolo Originale: Il padre e lo straniero
Nazione: Italia
Anno: 2010
Genere: Drammatico
Durata: 113'
Regia: Ricky Tognazzi
Sito ufficiale:
Cast: Alessandro Gassman, Amr Waked, Ksenya Rappoport, Nadine Labaki, Leo Gullotta, Giorgio Gobbi, Mohamed Zouaoui, Lia Gotti, Leonardo Della Bianca
Produzione: Ager 3
Distribuzione: 01 Distibution
Data di uscita: Roma 2010
18 Febbraio 2010 (cinema)
Trailer:

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Sullo sfondo di una Roma dai toni medio-orientali si dipana un giallo con protagonisti l'italiano Diego e l'arabo Walid.
I due stringono una profonda amicizia, uniti dall'amore per i propri figli, purtroppo disabili. Diego, attraverso il rapporto con Walid, metterà in discussione il significato di diverso e normale. L'amicizia cambierà i due uomini, anche se Walid nasconde molti segreti in cui Diego viene inconsapevolmente coinvolto, mettendo alla prova il loro rapporto.
I sentimenti di Walid sono sinceri o parte di un intrigo internazionale in cui Diego è solo una pedina? Walid infatti a un tratto scompare e Diego si ritrova ad essere indagato dai Servizi Segreti.
Inizia allora una sua indagine privata per ritrovare l'arabo, attraverso una serie di colpi di scena, e capire chi sia veramente. Alla ricerca di Walid, Diego torna in quel lontano paese arabo in cui era stato con l'amico, sulla traccia di un'antica favola che Walid gli aveva narrato e là troverà l'inattesa verità, come in un mare in cui tutti i fiumi confluiscono…
Il senso della favola gli apparirà chiaro: ciascuno attraverso un percorso tortuoso e difficile può arrivare a scoprire la felicità che ha sempre avuto, senza saperlo, dentro di sé.

Il padre e lo straniero
E’ tratto dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo il nuovo film di Ricky Tognazzi che torna alla regia dopo Canone Inveo (2000) e Io no (2003). Ne Il padre e lo straniero troviamo il regista di Vite strozzate alle prese con una difficile (in tutti i sei) storia di integrazione.
Diego (interpretato da Alessandro Gassman) è il padre del piccolo Giacomino, un bambino disabile con problemi motori. Durante una visita a un centro di riabilitazione, Diego conosce Walid, un arabo padre a sua volta di Yusef, un bambino nato con una grave malformazione. Tra i due nasce una profonda amicizia che li porterà a capire il vero significato della parola diveo...
Ancora una volta ci troviamo ad affermare una innegabile verità: scrivere un libro non equivale a scrivere un film. La sceneggiatura per un film è una cosa completamente divea dalla stesura di un romanzo. Va detto questo perché chi scrive, a onor del vero, non ha letto il romanzo di De Cataldo da cui questo film è tratto, ma coiderando che lo stesso De Cataldo ha curato soggetto e sceneggiatura, e visti i risultati, ci sentiamo di affermare (ancora una volta) che scrivere un libro e scrivere un film sono evidentemente due cose profondamente divee. E chissà che un dubbio in merito, a qualcuno delle produzioni non venga.
In attesa della rivelazione tocca adeguai. Mettei comodi, ipirare profondamente e preparai all’ennesimo frullatone di intenzioni tutto italiano. Ma lo ripetiamo, non è un problema di regia (Tognazzi dimostra in più occasioni di non essere uno sprovveduto), ma di sceneggiatura. Nello script, il bravo Alessandro Gassman si muove per tutto il film chiedendo cosa stia succedendo, e questo malgrado i dialoghi (improbabili) ci spieghino di continuo chi è chi e perché. La prima parte del film, poi, è una lunga spiegazione delle usanze arabe, interessantissimo in un documentario, ma un po’ ridondante in un thriller. Sì perché questo Il padre e lo straniero assume i connotati della spy story nella seconda, prolissa, parte, con tanto di passato nei servizi segreti e interrogatori portati da un poco convinto detective che risponde al nome del grande Leo Gullotta. Peccato, inoltre, che al fatidico dunque il film non spieghi la trama. Incredibile, ma vero. Non sapremo cosa sia effettivamente accaduto nel film!
Tralasciamo in questa sede, invece, di parlare dei messaggi più o meno velati che la regia di Ricky Tognazzi ierisce con grande modestia. In un momento ad esempio uno dei peonaggi dice: Ho la freccia rotta, allora girerò sempre a sinistra!; in un altro, un prete, che dice cose sconvenienti nei confronti del bambino disabile, viene cacciato in malo modo. Iomma, ma perché?
Quindi, Il padre e lo straniero è un film di buone intenzioni, ma che si perde in un labirinto di problemi formali che, oltretutto, finiscono per scontrai con dubbie motivazioni registiche. Potremmo dire: inaccettabile. Diciamo: improponibile.
La frase: Se soffi sul suo viso capisci come sta.
Diego Altobelli
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