L'esplosivo piano di Bazil
Titolo Originale: Mic Macs
Nazione: Francia
Anno: 2009
Genere: Commedia
Durata: 105'
Regia: Jean-Pierre Jeunet
Sito ufficiale: www.micmacs.substance001.com
Cast: Dany Boon, André Dussollier, Nicolas Marié, Jean-Pierre Marielle, Yolande Moreau, Julie Ferrier, Omar Sy, Dominique Pinon, Michel Crémadès
Produzione: Epithète Films, Tapioca Films, France 2 Cinéma
Distribuzione: Eagle Pictures Releasing Italia
Data di uscita: 17 Dicembre 2010 (cinema)
Trailer:
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Una mina esplode in mezzo al deserto del Marocco e, qualche anno dopo, un proiettile vagante gli si conficca nel cervello... Bazil non ha grande fortuna con le armi: la prima l'ha reso orfano, la seconda avrebbe potuto ucciderlo all'istante. Quando viene dimesso dall'ospedale, Bazil viene adottato da una banda di feroci rigattieri, dai talenti e dalle aspirazioni tanto sorprendenti quanto diversificati, che vivono in una sorta di caverna di Ali Babà. Un giorno, passeggiando accanto a due enormi edifici, Bazil riconosce il logo dei fabbricanti di armi, che hanno causato tutte le sue sofferenze e, aiutato dalla fedele combriccola di strambi compagni, decide di prepararsi per la vendetta. Soli contro tutti - perdenti che lottano contro spietati giganti industriali - rivivono, con un'immaginazione e una fantasia degne di Buster Keaton, la celebre battaglia di Davide contro Golia...
L'esplosivo piano di Bazil
Dopo le primissime immagini ambientate nel deserto del Marocco, con una mina che esplode uccidendo un uomo, passa qualche anno e, in anticipo rispetto ai titoli di testa, abbiamo un’avvincente sequenza in cui il giovane Bazil alias Dany Boon (Giù al Nord), figlio della vittima, finisce per ritrovai accidentalmente una pallottola in testa, mentre scorre in un televisore acceso il momento conclusivo de Il grande sonno (1946) di Howard Hawks.
Dimesso dall’ospedale e rimasto senza una casa, è lui il protagonista del sesto lungometraggio diretto dal francese Jean-Pierre Jeunet (candidato all’Oscar per Il favoloso mondo di Amélie), nel quale decide di vendicai nei confronti dei fabbricanti delle armi che hanno causato tutte le sue sofferenze affiancato da una bizzarra combriccola di feroci rigattieri che lo accolgono nella sorta di caverna di Alì Babà in cui vivono.
Rigattieri che, comprendenti, tra gli altri, una donna elastica con le fattezze di Julie Ferrier (Mr Bean’s holyday) e il Buster interpretato da Dominique Pinon (Delicatessen), attore feticcio di Jeunet, si trovano ad avere a che fare sia con demenziali imprese che sembrano uscite dai cartoon di Tex Avery (si pei al momento in cui un paio di loro vengono sparati con un cannone) che con truffaldini stratagemmi tanto cari anche alle nostre produzioni di genere, dai poliziotteschi ironici con Tomas Milian ai due Febbre da cavallo.
Anche se, dovendo proprio fare un paragone con il cinema italiano, è soprattutto il grande Vittorio De Sica a tornare vagamente alla memoria nell’assistere a questa moderna favola anti-bellica che, ponendo l’ennesima gang di perdenti in lotta contro il solito gruppo di spietati giganti industriali, individua i suoi principali punti di riferimento nelle pellicole del muto e in quelle realizzate da Charlie Chaplin.
Pellicole il cui aspetto viene richiamato sia dalle performance dei bravi protagonisti che dall’uso della bella colonna sonora a firma dell’esordiente Raphaël Beau, mentre il regista, complice l’ottimo lavoro svolto dalla scenografa Aline Bonetto (Una lunga domenica di passioni) e dal direttore della fotografia Tetsuo Nagata (Splice), immerge il tutto in affascinanti, colorate immagini che poco si distaccano dal già citato univeo dei cartoon.
Fino alla coinvolgente (a suo modo geniale) parte conclusiva di 105 minuti di visione che, foe eccessivamente veloci nel raccontare l’intreccio che caratterizza la loro fase centrale, rimangono comunque divertenti e confezionati con notevole professionalità.
La frase: Sapete, Rimbaud ha cominciato poeta per finire mercante d’armi.
Francesco Lomuscio
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