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Scheda Rappresentazione: Giulio Cesare

Giulio Cesare



LIVE! IN ALTA DEFINIZIONE
dall’Opera Palais Garnier, Paris

Ingresso unico € 12,00


(Opinioni presenti: 1 - Media Voto: 4 Stelle)



Personaggi & Interpreti

Lawrence Zazzo (Giulio Cesare)
Varduhi Abrahamyan (Cornelia)
Isabel Leonard (Sesto)
Natalie Dessay (Cleopatra)
Christophe Dumaux (Tolomeo)
Nathan Berg (Achilla)
Dominique Visse (Nireno)
Aimery Lefèvre (Curio)

Direzione di Emmanuelle Haïm
Regia e costumi di Laurent Pelly
Scenografie di Chantal Thomas

Durata: 2h 50min



Il debutto di Natalie Dessay come Cleopatra, impetuosa regina d'Egitto.

First performed by the Royal Academy of Music in London in 1723, Giulio Cesare in Egitto was written for the greatest singers of the time: Senesino, Francesca Cuzzoni, Margherita Durastanti. Never had the composer's sense of theatre been more acute, irresistibly mixing styles. Never had his melodic genius been more effulgent: the score contains some of his most precious jewels, like Cleopatra's arias, now seductive, now lamenting. And never had his orchestration been richer or more expressive. Shakespeare is definitely not far off...
In the early years of the 17th century, William Shakespeare had been unable to resist bringing to the stage the character of Cleopatra, the bewitching and impetuous queen of Egypt, mistress of Caesar and Mark Anthony. A century later Handel also succumbed to her charms, conceiving one of his most brilliant and ambitious operas around her.

Giulio Cesare in Egitto (talvolta indicata anche semplicemente come Giulio Cesare) è un’opera lirica in tre atti composta da Georg Friedrich Händel su libretto in lingua italiana di Nicola Francesco Haym. Venne rappresentata per la prima volta il 20 febbraio del 1724 al King’s Theatre di Londra. Per l’occasione, il libretto di Haym – derivato da un libretto omonimo di Giacomo Francesco Bussani presentato nel 1677 a Venezia con musiche di Antonio Sartorio – venne dallo stesso Haym tradotto in lingua inglese a beneficio del pubblico londinese. Alla prima – nella quale cantò la primadonna Francesca Cuzzoni – l’opera ebbe un successo immediato ed Händel la riprese, con cambiamenti, l’anno dopo quello della prima rappresentazione e poi ancora nel 1730 e nel 1732. Fu anche messa in scena, fra l’altro, a Parigi e ad Amburgo. Come tutte le opere serie del primo Settecento, anche Giulio Cesare è stato quasi dimenticato nel corso del XIX secolo. È stato riesumato solo in pieno Novecento, sia pure in una versione riveduta, a Göttingen nel 1922. In tempi più recenti l’opera si è tuttavia rivelata come una fra quelle maggiormente apprezzate dagli appassionati di musica barocca in generale e di Händel in particolare, per l’accessibilità e la gradevolezza della musica che qui il “grande Sassone” esprime, tanto da garantirle oltre duecento produzioni in diverse paesi. Il ruolo principale e i personaggi di Tolomeo e Nireno furono originariamente scritti per cantanti castrati (il primo Giulio Cesare fu il celebre castrato Senesino): oggi vengono interpretati, da contralti o mezzosoprani en travesti, oppure da controtenori. In epoca moderna è stata sperimentata una versione che prevede una riscrittura del ruolo di Giulio Cesare in chiave baritonale, che però è stata abbandonata, come simili tentativi di rendere ruoli maschili scritti per castrato o mezzosoprano con la corrispondente voce maschile all’ottava inferiore (ad esempio il Romeo dei Capuleti e i Montecchi di Bellini e Orfeo in Orfeo ed Euridice di Gluck Quest’opera è considerata da molti, assieme al Serse, come la migliore musicata da Händel e destinata principalmente alle scene italiane. Organizzata sul modello melodrammatico oggi noto come metastasiano, è apprezzata soprattutto per la superba scrittura vocale, l’impatto drammatico e la maestosa orchestrazione. E lo schema in uso al tempo – in grado di intrecciare amore e politica, gelosia ed eroismo, senza tralasciare i temi della vendetta e della ricerca della gloria – è qui supportato ancor meglio che altrove da una ricchezza di brani recitativi alternati ad un numero quanto mai copioso di arie (tanto quelle prettamente liriche che le cosiddette arie di sonno e di furia) che si alternano in assoluta armonia restituendo tutta la forza necessaria all’azione drammatica e all’unità scenica. Principalmente per questi motivi il Giulio Cesare è entrato a far parte del cosiddetto repertorio e conta oggi il maggior numero di registrazioni discografiche tra le opere di Händel.

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