
Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, il testo di riferimento per questo lavoro è un mondo popolato da mille e mille personaggi e storie che raccontano la realtà, ma con un occhio totalmente soggettivo, quindi parziale ma personale. Piccole vite che raccontano una moltitudine, un paese, un uomo e, quindi, L'uomo, con la "l" maiuscola. L'uomo a confronto con le sue scelte, le sue vittorie e sconfitte e, quindi, con la vita e il mistero di essa.
Questi i fili che hanno mosso questa libera interpretazione che è "DI A DA".
Un attore in scena che giochi con le vite di questa moltitudine leggendone un disegno, un personaggio che racconti il mistero ma senza subirne la pesantezza.
Da qui la scelta di un dio bambino e di una scrittura scenica nata all'improvviso.

Un bambino fantasioso e creativo ma solo, gioca nella sua cameretta. Il suo gioco è il gioco del mondo e in ogni avventura nasce e muore un personaggio della sua fantasia. Costruisce mondi e storie come piccole allegorie della vita.
Un bambino che come un piccolo Dio, gioca con le storie degli uomini, ma con la leggerezza che è propria dell'infanzia.
Inventando regole per poi cambiarle, forse per occupare il tempo, in attesa della mamma, unico vero Dio del suo mondo.
Ad accompagnarlo nella sua solitudine c'è Spyke, compagno delle sue avventure.
Perché forse anche un Dio ha bisogno di un amico.