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Scheda Film: Un fidanzato per mia moglie

Un fidanzato per mia moglie



Un fidanzato per mia moglie

Titolo Originale: Un fidanzato per mia moglie
Nazione: Italia
Anno: 2014
Genere: Commedia
Durata: 97'
Regia: Davide Marengo
Sito ufficiale: http://unfidanzatopermiamoglie.libero.it/
Social network:
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Cast: Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Geppi Cucciari, Dino Abbrescia, Franz, Ale, Pia Engleberth, Corrado Fortuna, Brenda Lodigiani, Daniela Tusa, Alice Mangione, Astrid Meloni

Produzione: IBC Movie, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 30 Aprile 2014 (cinema)


Trailer: Trailer

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Camilla (Geppi Cucciari) lascia la sua amata Sardegna, le sue amiche e il suo lavoro di dj radiofonico e si trasferisce a Milano per sposarsi e convivere con Simone (Paolo Kessisoglu) che lavora in una concessionaria d’auto vintage. Dopo due anni di convivenza la coppia non riesce più a comunicare come prima ed entra in crisi. Simone vorrebbe riprovarci. Camilla, che nel frattempo non è riuscita ad ambientarsi nella città e si sveglia ogni giorno con una lamentela diversa, invece no. Alla vigilia dell’appuntamento in tribunale per siglare la separazione, i due decidono di recarsi da una terapeuta di coppia per valutare una possibile ricucitura. Dal loro racconto, che ricostruisce in flashback la vicenda sentimentale, emergono le ragioni, bizzarre e inaspettate, che hanno portato Camilla a non voler recuperare la relazione. E si scopre che Simone, incapace di scuotere la moglie depressa, ha finito per cedere ai consigli di Carlo (Dino Abbrescia), suo amico poco incline alla monogamia. Consigli che prevedono di adottare uno stratagemma dalla portata tragicomica: assoldare il Falco (Luca Bizzarri), un playboy ormai sul viale del tramonto, per sedurre la moglie Camilla e farsi lasciare da lei. Ma non tutto sembra andare come previsto, anzi. Il risultato? Sorprendente e burrascoso.



Le immagini che aprono l’oltre ora e mezza di visione sono quelle del matrimonio tra Simone alias Paolo Kessisoglu, che lavora in una concessionaria d’auto vintage, e Camilla, ovvero Geppi Cucciari, la quale ha lasciato la sua amata Sardegna, le sue amiche ed il suo mestiere di dj radiofonico per trasferirsi a Milano e convivere con il marito.
Ma, superato un breve balzo a sei mesi prima, assistiamo immediatamente all’inizio della crisi tra i due, che, due anni dopo il “sì” non sembrano riuscire più a comunicare; fino al momento in cui lui, incapace di scuotere la moglie depressa, su consiglio dell’amico Carlo, poco incline alla monogamia e con le fattezze di Dino Abbrescia, decide di adottare un playboy ormai sul viale del tramonto per sedurla e farsi lasciare: il Falco, incarnato da Luca Bizzarri.
Un personaggio che può in un certo senso richiamare alla memoria l’Alex del francese “Il truffacuori”, ma che, se dobbiamo parlare di modelli cinematografici esteri di riferimento, va ricercato in “Un novio para mi mujer” di Juan Taratuto, commedia argentina datata 2008 di cui questo terzo lungometraggio diretto dal napoletano Davide Marengo – autore di “Notturno bus” e “Breve storia di lunghi tradimenti” – vuole essere, appunto, il remake tricolore.
Remake che pone le difficoltà economiche tra i principali motivi della causa di separazione dei due protagonisti; man mano che la loro burrascosa vicenda sentimentale viene ricostruita in flashback tramite i propri racconti dinanzi ad una terapeuta di coppia e che entrano in scena figure di contorno spazianti da un Corrado Fortuna direttore di una piccola radio ad Ale e Franz in inedita versione omosessuale.
Figure di contorno che, però, risultano sfruttate decisamente male, tanto da conferire l’immediata impressione che il loro irrilevante coinvolgimento sia dovuto esclusivamente al tentativo di avere sulla locandina il maggior numero possibile di nomi noti... risucchiati in un vero e proprio pasticcio su celluloide che non solo riesce raramente nell’impresa di strappare risate allo spettatore, ma finisce per costruirsi su una serie di tutt’altro che interessanti situazioni spesso lasciate senza conseguenza alcuna (citiamo soltanto le inutilissime esperienze extraconiugali di Carlo).

La frase:
- Che cos’è che vuoi da me?
- Mi voglio separare.
a cura di Francesco Lomuscio

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